Rise of the Tomb Raider: l'esclusiva che fa bene al mercato


Senza alcun dubbio, uno degli argomenti più scottanti degli ultimi giorni riguarda la nostra beniamina di vecchia data, Lara Croft.

La storia ormai è nota più o meno a tutti dato il polverone che ha alzato, ma tento ugualmente di ricapitolare il corso degli eventi e trarne un po' di sugo dalla questione.

Per chi non lo sapesse (be', la gente va al mare, in montagna, quindi è più che legittimo appendere il joypad al chiodo in questo periodo, non siamo tutti nerd squattrinati), dal 12 al 17 agosto si è tenuta in quel di Colonia, in Germania, la tradizionale fiera videoludica intitolata Gamescom. A inaugurare l'evento ci ha pensato la conferenza di Microsoft, che dopo essersi avviata su ritmi docili, ha poi sferrato il colpo che ha, senza esagerare, sconvolto il proseguo dell'intera rassegna: Rise of the Tomb Raider, il sequel del reboot della saga di Tomb Raider del 2013, è una esclusiva Xbox.


Nel giro di poche ore il Web è stato teatro di un vero e proprio susseguirsi di conferme, smentite e ritrattazioni. Da questo andirivieni di dirigenti e insider, è venuta fuori quella che dovrebbe essere la versione ufficiale: Rise of the Tomb Raider sarà un'esclusiva temporanea e uscirà nel 2015 solo su Xbox One e Xbox 360.

Si parla di tradimenti, di scorrettezza, d'infamità. In realtà tutto è riconducibile a una sola parola: commercio. Di seguito vi spiego il perché questa potrebbe essere un'ottima operazione commerciale da cui tutti, compresi noi videogiocatori, possiamo trarne benefici:
Phil Spencer: è lui l'uomo che salverà Xbox?
  • Come ha detto lo stesso Phil Spencer, leader della divisione Xbox, Rise of the Tomb Raider andrà a scontrarsi direttamente con un altro action-adventure: Uncharted 4 di Sony. Cosa, se non la concorrenza, può migliorare la qualità di un prodotto? Questo scontro tra titani - che avrà luogo verso fine 2015 - sarà una battaglia che nessuna delle due aziende vorrà perdere e che, per vincerla, dovranno fare in modo di rilasciare due giochi di altissima qualità. A guadagnarci saranno sia i possessori di Xbox One, che quelli di PlayStation 4. Figuriamoci chi le possiede entrambe.
  • Dobbiamo entrare in un'ottica visiva secondo la quale il mercato videoludico si muove solo dietro interessi economici, senza lasciare spazio ai sentimentalismi vari. Ho letto di presunte mancanze di rispetto verso i possessori di PlayStation 4. Ho letto di petizioni e minacce di morte per cercare di convincere Square Enix a cancellare l'esclusiva e riportare subito il gioco anche su console Sony. La verità è che dovremmo imparare a non tifare per dei marchi. L'esclusiva di Rise of the Tomb Raider fa bene al mercato: finanzia il settore e soprattutto differenzia un po' l'offerta, che è quello che spesso ci ritroviamo a lamentare - salvo poi ri-lamentarsi dell'esatto contrario.
  • Sono del parere che l'esclusive sia meglio prodursele in casa: se c'è qualcosa che latita nelle ultime generazioni sono proprio le mascotte e i personaggi-simbolo di una console, naturale conseguenza di giochi first-party. In mancanza, va bene accontentarsi anche degli accordi presi con le terze parti. La saga di Tomb Raider porta con sé una fan-base abbastanza ampia e questo potrebbe aiutare a risollevare una situazione - quella di Xbox One - abbastanza compromessa in termini di vendite, e a costo di risultare ripetitivo torno a ricordare che la concorrenza è l'unico modo per mantenere un mercato ad alti livelli. Sperare che un'azienda fallisca porterebbe all'esatto contrario. Penso sia un augurio abbastanza stupido, non trovate?
Bando alle ciance, dunque. Godiamoci l'attesa di Rise of the Tomb Raider e nel frattempo giochiamo tanto ad altro. Perché non è mai il momento sbagliato per mettere finalmente da parte queste diatribe e pensare soltanto a quello che ci diverte più fare: videogiocare.

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