Chuck Palahniuk - Sventura: la recensione


È giustamente il caso di dirlo: alla buon'ora! Sì, perché finalmente ci siamo: il nuovo (relativamente, visto che nel mercato statunitense è vecchio di un anno) romanzo di Chuck Palahniuk uscirà in Italia il 16 settembre. Questa volta si sono presi qualche libertà: se il titolo originale del libro è Doomed - letteralmente Condannata - gli editori italiani hanno optato per un inspiegabile Sventura. Inspiegabile perché, pur rimanendo più o meno attinente al romanzo, potevano tranquillamente optare con la traduzione fedele. Ma tant'è...

La copertina italiana
di Sventura
Sventura (sì, mi sento un po' strano a chiamarlo così...) è il secondo romanzo della trilogia "dantesca" cominciata nel 2011 con Dannazione, e torneremo quindi a seguire le avventure di Madison Spencer, quella ragazzina piggy-pig-pig, oink-oink che si ritrova all'inferno in seguito a una misteriosa (o ridicola?) overdose di marijuana. Dopo aver girato in lungo e in largo nella casa di Lucifero insieme al suo personalissimo Breakfast Club, Madison riesce a tornare sulla terra - o meglio, a rimanerne bloccata - sotto forma di ectoplasma. Il purgatorio, per l'appunto. La beffa, in quell'adorabile stile Palahniukiano, consiste nello scoprire che i suoi famosi e ricchi e tanto odiati genitori sono diventati gli inventori, grazie proprio ai messaggi della ragazzina infernale, di un nuovo culto religioso secondo il quale più insulti-offendi-sputi-rutti-eccetera, più ti spetta un posto in paradiso. Naturalmente è tutto un malinteso: con quella dottrina non c'è nessun varco aperto per il cielo, e quindi tutto il mondo, mano nella mano e con il sorriso sulle labbra, si sta felicemente precipitando in quel burrone fiammeggiante dove riposa Satana.

Attraverso questa sorta di rivisitazione della Divina Commedia di Dante, Chucky esplora ancora una volta le contraddizioni sociali e religiose dei tempi moderni, il tutto senza tralasciare il cinismo e l'ironia che tanto lo contraddistingue. Lo ammetto: non vado pazzo per questa trilogia. Anzi, francamente, avrei preferito che la storia di Madison Spencer e i suoi genitori si fosse fermata a un solo romanzo. Non che mi sia antipatica (mi ci sono pure un po' affezionato...) ma tre libri sono un brodo fin troppo allungato. Ma tutto sommato, la storia di Sventura resta comunque godibile: da apprezzare è il tocco quasi comico di tutta la faccenda, che mette in evidenzia l'ipocrisia e l'incoerenza (per non dire stupidità) della razza umana. Chuck approfondisce molto bene anche le paure, le insicurezze, la sensibilità ma anche la caparbietà della ragazzina protagonista delle vicende, allontanandola di netto dall'anonimato che ha caratterizzato qualche personaggio di troppo nelle sue recenti opere.

Senza dubbio Dannazione ha rappresentato un quasi significativo segnale di ripresa rispetto alla sua ultima produzione (Pigmeo, Gang bang, Senza veli) e infatti la critica è stata anche abbastanza benevola nei suoi confronti, quasi come una pacca d'incoraggiamento al culetto di un neonato quando cade dopo che cerca di fare i primi passettini. Sventura prosegue sulla stessa falsariga. Non è un libro brutto, ma nemmeno eccelso, fermandosi quindi sulla soglia della sufficienza. Il classico senza infamia, senza lode. Il punto è che, salvo qualche trovata geniale che comunque c'è in ogni suo lavoro, la mancanza d'ispirazione si avverte abbastanza facilmente, cadendo quindi in situazioni un po' banali o che ci portano a pensare al classico: "Buon Chucky, non ti sembra di dire sempre le stesse cose?".

Cosa risponderei alla domanda secca: Sventura va comprato? Nì. Nel senso: vi è piaciuto Dannazione? Allora leggetelo, perché il sequel percorre la stessa strada. Se non vi è piaciuto invece, e se non siete fan di Palahniuk, allora potete evitare: Sventura non rientra assolutamente tra i capolavori dello scrittore di Portland.

Il mio sesto senso (che può essere tranquillamente in errore) mi dice che l'autore abbia già detto tutto ciò che aveva da dire da parecchio tempo. In fin dei conti gli ingredienti sono quasi sempre gli stessi: si limita a mischiarli e a cambiare la spezia, ma il piatto è quasi sempre lo stesso. Il mio augurio è che, dopo due opere che possono essere definite tutto sommato buone, possa tornare ai fasti che l'hanno portato al successo, ma francamente ne dubito.

La trilogia si prenderà una pausa: ad oggi non si sa ancora quando uscirà il terzo capitolo conclusivo, e l'agenda del 2015 è già fitta di appuntamenti, tra cui troviamo l'uscita del fumetto del seguito di Fight Club. La prova del nove sarà dunque il prossimo romanzo in uscita negli Stati Uniti a novembre di quest'anno, intitolato Beautiful You.
Per noi, naturalmente, si prospetta un 2015 inoltrato.
Se tutto va bene.

5 commenti:

  1. Non pensavo fosse addirittura una trilogia, cmq da quel che ho capito non aggiunge niente a Dannazione.... me lo aspettavo.

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    1. Purtroppo me lo aspettavo anch'io.
      Per il resto... una trilogia per una storia del genere mi sembra un bel po' sprecata. Ma d'altronde non riesco a capire questo fiorire di trilogie da dove sbuchi. Moda o mi sfugge qualcosa?

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    2. $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$
      e naturalmente io sarò uno di quegli scemi che glieli darà XD

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  2. Lo leggerò perchè, come dici tu, Dannazione mi è piaciuto.

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    1. Sì, ma alla fine sono del parere che se si è fan bisogna leggere tutto. Ad esempio un libro come Portland Souvenir difficilmente lo consiglierei a qualcuno. Lo potrebbe gradire solo chi veramente leggerebbe anche la lista della spesa di Palahniuk.
      Io sono tra questi, naturalmente!

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